La tua Pet-Policy è davvero Pet-Friendly?

La tua Pet-Policy è davvero Pet-Friendly?

Essere Pet-Friendly: l’importanza di comunicare la propria Pet-Policy

Sono sempre di più le Strutture Ricettive che decidono di aprire la porta agli accompagnatori pelosi dei loro ospiti. Una ciotola per l’acqua in camera, uno snack offerto all’arrivo o una terrazza dove fare colazione con il proprietario: l’offerta Pet-Friendly delle Strutture Ricettive italiane, forte di una domanda in costante aumento, si concretizza in una vera e propria opportunità di business per l’Hospitality.

Di fronte ad un potenziale cliente che cerca la sistemazione adatta ad esigenze sempre più specifiche, condividere in modo coerente e consapevole la propria pet-policy significa sorridere e dirgli “Benvenuto” prima ancora che del check-in.

Tuttavia, non basta riportare nella home una zampetta, la frase “Animali di piccola taglia ammessi” o ancora “Supplemento di € 10,00 al giorno”. Ogni ospite (anche chi non viaggia con Fido!) apprezzerà la vostra chiarezza e la precisione con la quale fornite informazioni sul tema.

Cosa si nasconde dietro quel “supplemento”? Quali sono i servizi compresi? Il cane troverà una ciotola d’acqua? (Trippet ha selezionato i servizi più richiesti dai turisti che viaggiano col cane, scopri quali.)

 

Essere Pet-Friendly: le parole contano

Prima ancora di progettare servizi Pet-Friendly è importante soffermarsi sulla scelta delle parole: sono armi potenti e il potere è nelle nostre mani quando scegliamo come comunicare la nostra Pet Policy.

“Accogliere”, non “accettare” o “ammettere”. “Preventivo per una vacanza a 4 zampe“, non “Supplemento”. E’ bene dunque prediligere termini che abbiano una connotazione positiva come “ospitare” o “accogliere” in modo che il cliente, già all’atto della prenotazione, non solo tiri un sospiro di sollievo, ma già si senta coccolato dalla vostra premura.

La Pet-Policy: cosa non dire

Con la scelta delle parole, ci sono concetti da esprimere e regole da comunicare ai nostri futuri ospiti. Navigando tra le pagine di alcune strutture ricettive abbiamo trovato le più disparate regole ed indicazioni sulla politica pet-friendly.

Abbiamo preso qualche esempio per dirvi cosa è meglio evitare (e perché).

 

La Pet-Policy: cosa fare & quali parole usare

Oltre ad un impiego consapevole delle parole, avere una conoscenza base dei cani e delle loro esigenze sarà sicuramente d’aiuto. Non servirà conoscere nel dettaglio ogni razza, ma sapere come arredare una camera o come pulirla in maniera efficace, si rivelerà non solo utile ma vincente. Con queste conoscenze sarà più semplice definire un Regolamento efficace, da condividere già sul sito o comunque da inviare al cliente e proprietario del cane all’atto della prenotazione. In questo modo, attraverso le parole giuste, la basilare conoscenza canina e le regole definite, sarà tutto molto più semplice per noi e per ogni cliente.

E no, non sarete un Hotel per Cani ma un Hotel che accoglie anche i cani (e ne fa un business).

 

Tutto quello che c’è dietro la parola accoglienza (e come evitare ogni problema), ve lo raccontiamo nello specifico, con esempi e procedure dettagliate, durante la Trippet Academy (dai un’occhiata agli argomenti).